Salvatore Nocera. Un decennio di ritardo è la prima mostra personale di Salvatore Nocera nella sua città natale, a quasi dieci anni dalla morte dell’artista, avvenuta nel 2008.
L’esposizione nasce dalla stretta collaborazione tra Eva Picardi, erede testamentaria di Nocera assieme alla madre Felicia Muscianesi, la curatrice Elisa Del Prete e Mario Giorgi, autore che ha conosciuto l’artista in vita, i quali, sulla base di una documentazione ancora frammentaria e attingendo alle opere rinvenute presso alcune collezioni private, hanno avviato un primo lavoro di riscoperta di un autore e di una carriera artistica sfuggente, durata quattro decenni, dalla fine degli anni Quaranta all’inizio degli anni Novanta. Promossa nell’ambito delle attività dell’associazione culturale Bologna per le Arti con il patrocinio del Comune di Bologna e della Regione Emilia-Romagna, la mostra propone una selezione finale di quasi settanta opere tra tele, disegni, bozzetti e alcuni scritti, nell’intento primario di restituire alla città un patrimonio artistico-culturale a oggi nascosto.
Nato a Bologna nel 1928 e trasferitosi a Parigi dalla fine degli anni Cinquanta, Salvatore Nocera non espone mai in città, tranne che in alcune mostre collettive giovanili. Di indole riservata, lascia ben poche tracce del suo percorso, talvolta arrivando a distruggere le sue stesse opere. Muovendo da una figurazione iniziale (in cui si interroga evidentemente sulla lezione del Rinascimento), verso la metà degli anni Sessanta inizia a lavorare a una pittura decisamente più materica interpretando in chiave del tutto personale un “nuovo naturalismo” che risente certamente della lezione del critico Francesco Arcangeli. Il disegno accompagna tutto il suo percorso mentre il paesaggio diventa oggetto della sperimentazione pittorica e il tema della figura femminile scandisce e articola una mitologia moderna in cui l’artista stesso è immerso.
A completamento della mostra, il primo catalogo sull’artista ripercorre l’evoluzione della ricerca di Salvatore Nocera restituendone un percorso critico e la dovuta legittimità anche grazie al testo critico di Graziano Campanini e alla presentazione della curatrice Elisa Del Prete.
Artista di ampia cultura e di inesausta curiosità, Salvatore Nocera ha lasciato una preziosa biblioteca di oltre 8000 volumi che le eredi hanno deciso di destinare alla città per mezzo di una donazione alla Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna, mentre il MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna e il Museo MAGI’900 di Pieve di Cento acquisiranno in collezione alcuni dei lavori.