Moving Borders (2015) è il titolo di una serie di libri d’artista di Angelo Bellobono in cui protagonista è senza dubbio la pittura, pratica con cui l’artista si confronta da anni e che diventa qui necessaria compagna di pensieri nel suo ultimo girovagare per luoghi, culture e tempi diversi.
I primi tre libri della serie, assolutamente inediti, sono presentati a Bologna in occasione della quarta edizione di FRUIT Exhibition, fiera dell’editoria indipendente, nell’ambito di ART CITY Bologna 2016, all’interno dell’elegante cornice dai toni minimalisti della Cappella Tremlett di Palazzo Re Enzo.
Ideatore e attivatore delle due piattaforme interdisciplinari Atla(s)now e Before me and after my time, la prima un progetto di residenza avviato con le comunità Amazigh sulle montagne dell’Atlante in Marocco, la seconda un programma di avvicinamento e approfondimento della storia originale dei primi abitanti di New York, i Nativi americani “Lenni Lenape” (coloro che diedero il nome a Manhattan, “Manna-Hatta: isola dalle molte colline”), Angelo Bellobono si è spostato, negli ultimi due anni, tra quelli che erano i confini primordiali della Terra nella Pangea (dove buona parte del Nord e del Corno d’Africa combaciava appunto con il Nord America) nel corso di una ricerca utopica di territori e culture originali. Qui ha incontrato luoghi, popoli e persone, con cui ha condiviso e avviato progetti di scambio culturale, ed è in questa necessaria condizione di ascolto e continua transitorietà che sono nati gli appunti sulle riviste che poi hanno dato origine ai libri di Moving Borders.
Angelo Bellobono (Roma, 1964) vive tra Roma, New York ed Imlil. La sua ricerca indaga la geopolitica, l’uomo e il territorio, evidenziando il difficile rapporto di appartenenza e identità, intesa non solo in senso socio culturale, ma anche geo-biologico e il suo lavoro attraversa la pratica pittorica secondo declinazioni varie sia rispetto ai supporti che all’indagine dei soggetti. Le sue opere sono state esposte alla XV Quadriennale di Roma, alla IV e V Biennale di Marrakech alla Fondazione Volume a Roma, nelle gallerie Wunderkammern (Roma), Envoy Gallery (New York), Changing Role (Napoli), Frank Pages (Ginevra), Biasa ArtSpace(Bali) oltre che in mostra collettive a Calcutta, New Delhi, Bruxelles, Cairo. Nel 2002 è tra i finalisti del Premio Lissone; nel 2005 vince il Premio Celeste per la pittura; nel 2009 è vincitore della sezione Drawing nel premio americano Artslant; nel 2011 è finalista al premio Combat; nel 2012 è tra i finalisti del Premio Portali dello Scompiglio. I suoi lavori sono presenti in varie collezioni pubbliche e private quali MAAM di Roma, Ministero degli Affari Esteri, Benetton, Hoguet, Floridi, Peretti.
“MovingBorders/Confini in movimento” testo critico di Elisa Del Prete